La
scintigrafia miocardica e la
coronarografia sono due indagini diagnostiche di riferimento nello
studio delle ostruzioni alle coronarie. Ma quando lo specialista si orienta verso una piuttosto che verso l’altra? Sono alternative o complementari? Abbiamo fatto queste domande, per saperne di più, al
Dott. Luigi De Toma, responsabile dell’Unità di
Medicina Nucleare a indirizzo Cardiologico del
D’Amore Hospital di Taranto.
Cos’è la scintigrafia miocardica
La scintigrafia miocardica è un
esame diagnostico non invasivo di Cardiologia nucleare volto a
studiare la perfusione miocardica,
cioè il flusso sanguigno e la quantità di sangue che raggiunge il cuore. Per questa misurazione vengono sfruttate le radiazioni emesse da radio-farmaci iniettati in piccole quantità nel corpo e rilevate dall’apposito macchinario, la Gamma Camera.
La scintigrafia miocardica è
indolore,
non è fastidiosa, i farmaci non danno reazioni allergiche ed emettono una
quantità di radiazioni modesta, paragonabile a quella assorbita dal corpo nel corso di una TC.
Viene solitamente effettuata sia dopo una prova da sforzo convenzionale che a riposo.
Cos’è la coronarografia
La coronarografia, o angiografia coronarica, è un
esame diagnostico invasivo che permette di
analizzare il flusso sanguigno nelle coronarie attraverso lo studio del calibro dei vasi, individuando eventuali occlusioni grazie all’impiego di un mezzo di contrasto e a una rilevazione a raggi X.
La procedura si effettua tramite l
’inserimento di un sottile catetere in una vaso del braccio o della gamba che, raggiunte le coronarie, rilascia un mezzo di contrasto radiopaco. Questo, diffondendosi, permette di
individuare eventuali ostruzioni, restringimenti e altre anomalie a carico delle coronarie.
La differenza tra scintigrafia miocardica e coronarografia
Sia scintigrafia miocardica che coronarografia sono test utili a conoscere lo stato di salute delle coronarie, prescritti dal cardiologo in caso di sospetta coronaropatia, cioè in presenza di probabili restringimenti delle coronarie causati da placche aterosclerotiche.
Le due metodiche rilevano in maniera diversa la stessa patologia. La scintigrafia analizza e marca, infatti, il flusso coronarico, ed è in grado di determinare la quantità di sangue che irrora il miocardio, in tutti i distretti. La coronarografia è un esame morfologico che studia l’andamento delle coronarie e le modificazioni che nel loro ambito si realizzano. In particolare, valuta lo stato di pervietà delle coronarie e identifica la sede delle occlusioni.
Quando optare per la scintigrafia miocardica?
La
scintigrafia miocardica, metodica non invasiva,
permette di raccogliere informazioni sul funzionamento del cuore nei pazienti in cui si sospetta una cardiopatia ischemica, oppure in persone con malattia già nota (valutazione post-infarto, post-angioplastica, post-bypass), per monitorare il comportamento del cuore a riposo e sotto sforzo. La scintigrafia, eseguita con tecnica Gated-Spect dalle immagini di alta qualità, valuta simultaneamente, cioè con un singolo esame e una singola iniezione di tracciante nel protocollo Single Day, sia la perfusione miocardica che la funzione contrattile del cuore.
La
coronarografia, data la sua invasività, è di solito
prescritta dopo altri test non invasivi come l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma, il test da sforzo e la scintigrafia miocardica, se i risultati fanno sospettare la presenza di ostruzioni alle coronarie. In particolare, si esegue, sulla base dei dati raccolti, se il paziente viene definito ad alto rischio e, quindi, candidato a procedure di rivascolarizzazione (angioplastica o bypass aortocoronarico).
Per ulteriori informazioni, è possibile telefonare allo 099.7704111 o compilare il form di richiesta