L’
insufficienza tricuspidale è una patologia relativamente infrequente e che può colpire sino al 2% della popolazione.
Come ci spiega il
Dott. Antonio Mangieri, specialista in
Emodinamica e Cardiologia Interventistica Endovascolare a
Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA), si tratta di una malattia della valvola tricuspide, la valvola che regola il flusso di sangue tra le camere del cuore destro. La valvola, a causa di alterazioni della sua struttura, può perdere la sua capacità di continenza favorendo, in presenza di alterazioni significative, un cospicuo ritorno di sangue all'interno dell'atrio destro e nell'intero sistema delle vene periferiche.
Dottore, come si manifesta l'insufficienza tricuspidale?
Per lungo tempo l'insufficienza tricuspidale
tende a non dare sintomi. Quanto diventa sintomatica le sue manifestazioni sono:
senso di affaticamento,
spossatezza e
fiato corto. Il soggetto affetto da insufficienza tricuspidalica significativa presenta inoltre tipicamente
gonfiore delle gambe e
difficoltà digestive con senso di pienezza precoce dopo l'assunzione di cibo.
Esistono pazienti particolarmente a rischio di sviluppare insufficienza tricuspidalica?
Sì, le categorie particolarmente a rischio sono i
pazienti che hanno già avuto in passato problemi a carico delle valvole cardiache del cuore di sinistra e che hanno subito un intervento di cardiochirurgica. In questi pazienti si può osservare la comparsa di insufficienza tricuspidalica anche a distanza di anni dal primo intervento.
Pazienti inoltre particolarmente a rischio sono
coloro affetti da fibrillazione atriale e pazienti
portatori di pacemaker o defibrillatore cardiaco.
Come si diagnostica l'insufficienza tricuspidale?
Per la diagnosi basta una accurata
visita cardiologica e un
ecocardiogramma transtoracico cardiaco, un esame non invasivo che permette, tramite una semplice ecografia, di valutare eventuali perdite della valvola tricuspide.
Come si tratta l'insufficienza tricuspidale?
Il trattamento dell'insufficienza tricuspidale è anzitutto
farmacologico. L'utilizzo di farmaci quali i diuretici possono permettere di controllare l'insufficienza tricuspidale ma non di curarla. Il trattamento curativo definitivo consiste nel trattamento chirurgico tramite sostituzione o riparazione della valvola. Abbiamo però ad oggi anche
trattamenti mini-invasivi che permettono di trattare l'insufficienza tricuspidalica attraverso tecnologie che utilizzano cateteri e che quindi
evitano di eseguire interventi traumatici. In particolare è possibile inserire sulla valvola una "molletta" che permette di ridurre significativamente l'insufficienza. I pazienti trattati con tale metodica presentano ottimi risultati e tempi di recupero brevi con ritorno alla vita normale pressoché immediato.
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