Sono moltissimi i bambini e gli adolescenti che ogni anno ricevono una diagnosi di
scoliosi. Spesso però, per cattiva informazione o sottostima del problema, la patologia viene sottovalutata e trattata in maniera non adeguata o non trattata affatto.
Ne abbiamo parlato con il
Dott. Francesco Lolli, specialista in
Neurochirurgia a
Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA).
Cosa si intende per scoliosi?
La colonna vertebrale, che in condizioni normali si presenta perfettamente dritta sul piano frontale, può avere in alcuni casi uno
sviluppo asimmetrico, tale da condurre alla comparsa di una deformità, più o meno evidente. Si parla di scoliosi in presenza di una
deviazione laterale della colonna che supera i 10°, misurati secondo il metodo di Cobb su una radiografia in ortostatismo. Nell'80% dei casi circa non è riconoscibile una causa sottostante come ad esempio una
malformazione congenita: parliamo in questo caso di
scoliosi idiopatica.
A che età compare la scoliosi?
La scoliosi idiopatica può comparire
in qualunque fase dello sviluppo, con una
predilezione per l'età adolescenziale: secondo le casistiche americane, l'85% delle curve sembra infatti esordire dopo i 10 anni di età. La prevalenza nella popolazione è pari allo 0,5-3%, che scende all'1.5-3% per le curve più gravi (superiori ai 30° Cobb). Le femmine sono colpite 6 volte più dei maschi.
E' una patologia ereditaria?
Pur avendo una base genetica, la scoliosi non si trasmette ereditariamente. Esiste però una
familiarità ovvero una
predisposizione, se altri membri della famiglia ne sono affetti.
Quali sono i segni che possono/devono allarmare i genitori?
La comparsa di asimmetrie nei fianchi e nelle spalle, di un gibbo costale, devono far sospettare la presenza di una scoliosi. In questi casi, è necessario eseguire una visita specialistica, alla quale seguiranno gli eventuali accertamenti del caso.
Mio figlio ha la scoliosi. Il nuoto può aiutarlo?
No, lo sport non influenza, né in senso positivo, né in senso negativo, l'evoluzione della scoliosi.
La cattiva postura sui banchi di scuola può determinare la comparsa o il peggioramento di una scoliosi? E lo zaino?
No, la scoliosi non risente di fattori ambientali come vizi di postura o da come viene portato lo zaino.
Come intervenire?
Una diagnosi precoce è fondamentale per impostare il trattamento più adeguato. La scoliosi, ad eccezione delle rare forme del primo anno di vita (che mostrano un'autorisoluzione in oltre il 90% dei casi), è una
patologia evolutiva, che
non tende alla guarigione spontanea, ma ad una evoluzione progressiva. Più precoce è l'età di insorgenza, più grave è la scoliosi al momento della diagnosi, maggiore è il rischio di un aggravamento nel corso del tempo, potendo condurre in alcuni casi a deformità estremamente severe.
Il
trattamento deve essere personalizzato per ogni singolo paziente, e comprende la
fisioterapia e l'utilizzo di
busti ortopedici.
E la chirurgia?
A differenza di quanto si possa pensare, l'intervento chirurgico può essere eseguito anche molto precocemente, fin dai 2 anni di età, in caso di scoliosi infantili molto aggressive, senza dover aspettare la "fine della crescita", ricorrendo a sistemi dedicati per ogni fase dello sviluppo. Le tecniche moderne permettono di ottenere
ottime correzioni anche in caso di scoliosi gravi, consentendo al paziente di riprendere a camminare dopo pochi giorni e di tornare a casa a distanza di una settimana dall'intervento.
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