La sensazione di claustrofobia è un elemento di disagio importante quando ci si deve sottoporre a una risonanza magnetica, ma questa problematica decade quando l’esame viene svolto al Primus Medical Center di Forlì, dove è presente una macchina, denominata G-scan, che consente di sottoporsi all’indagine in una maniera del tutto innovativa: «Questa macchina permette di effettuare un esame di risonanza magnetica con macchina aperta ed a basso campo magnetico– spiega il Professor Giuseppe Monetti, figura internazionale nell’ambito della radiologia e nella diagnostica articolare – in modalità ortostatica (posizione eretta) e clinostatica (da sdraiati) fino a 90 gradi, potendo sfruttare i vari gradi d’inclinazione del lettino e magnete.
RM aperta e in movimento: in cosa consiste
L’apparecchiatura è composta da un lettino parzialmente svincolato dal corpo macchina, che lascia libero il paziente, evitando quel grosso svantaggio delle macchine tradizionali di produrre un effetto claustrofobico e permettendo quindi a tutti, anche a coloro che soffrono gli spazi chiusi, di portare a termine l’esame. Inoltre, essendo una risonanza magnetica a basso campo, il magnete del macchinario non rischia di interagire con altri corpi metallici. Ciò significa che anche le persone portatrici di protesi possono sottoporsi al controllo diagnostico, questo è un vantaggio rispetto alla tecnologia ad alto campo, che crea artefatti, ossia risultati d’esame non leggibili, e sono incompatibili con chi è portatore di pacemaker».
Questa risonanza magnetica è professionista-dipendente e il prof. Monetti con il suo team di tecnici specializzati, ha utilizzato e evidenziato al meglio tutte le sue potenzialità: «Le indagini vengono svolte in maniera dinamica, ovvero in movimento, con o senza carico, mediante una serie di movimenti che vengono fatti fare al paziente per individuare l’effettiva difficoltà che il paziente riporta nella sua quotidianità. Ciò ci permette di vedere il corpo umano in movimento dall’interno, nella sua funzione reale: siamo in grado di osservare alcune funzioni come la fonazione, la deglutizione, il movimento diaframma, il prolasso delle pelvi, come non era mai stato fatto prima. E la possibilità di sottoporsi all’esame non solo da sdraiati, ma anche da seduti o in piedi, per lo più in movimento, permette di riconoscere l’effettivo danno presente».
Si tratta di un esame costruito ad hoc sul paziente: «Se per esempio c’è un danno a un crociato del ginocchio, questo potrebbe non essere rintracciabile in posizione sdraiata e statica, invece grazie alle caratteristiche della nostra macchina e del tecnico che esegue l’esame, viene fatto mimare al paziente quel movimento fino al grado preciso in cui prova dolore, così da andare a focalizzare il problema in termini concreti e pragmatici». La G-scan permette di vedere l’apparato muscolo-scheletrico in tutte le sue funzioni fisiologiche e non solo: «Siamo in grado di osservare tutte le altre strutture, come il fegato o il rene, nella loro posizione reale. Talvolta un organo può spostarsi anche di 5 o 10 cm in posizione eretta e annotare questo può fare la differenza nella diagnosi».
Per ottenere tutto ciò, sia il medico che il tecnico devono avere una grande esperienza nell’utilizzo della macchina, ma anche possedere conoscenze di biomeccanica, di anatomia e di patologia in maniera approfondita per raggiungere una visione biointegrata del corpo; non a caso chiamo questo esame “risonanza clinica”, perché ci consente di soffermarci sulla sequenzialità di ciò che accade all’interno del corpo».
I risultati di questa risonanza magnetica hanno un rilevanza internazionale: «Siamo diventati indispensabili per alcuni chirurghi, che chiedono direttamente a noi consulenze pre-operatorie, e molti dei risultati ottenuti sono visibili e conosciuti da tutti; mi riferisco in particolar modo ai feedback di tantissimi atleti di tutto il mondo che hanno effettuato una RM dinamica e che poi riprendono la propria attività raggiungendo risultati eccellenti. In virtù di ciò, il nostro staff medico e tecnico collaborerà nelle prossime Olimpiadi invernali che si terranno nel 2026».
Una Risonanza Magnetica più confortevole
Tra i vantaggi di questa metodologia all’avanguardia c’è anche una riduzione del rumore, un altro fattore che rendeva l’esame fastidioso al paziente: «Le impressioni che ci riportano i pazienti rispetto a questa macchina –spiega il team di tecnici di radiologia composto da Filippo De Carli e Priscilla Visani - sono fortemente positive, sia rispetto al fatto che si tratta di una macchina aperta e che non costringe il paziente a dover entrare nel tubo chiuso delle tradizionali macchine di risonanza magnetica, ma anche rispetto alla relazione che noi operatori instauriamo con loro. All’arrivo del paziente, gli poniamo tantissime domande, cercando di fare un’anamnesi ben accurata per capire la problematica che presenta. Molte di queste persone arrivano con un quesito o un’ipotesi clinica assai complessa e penso che trovarsi di fronte un professionista attento e pronto ad ascoltare e capire la sua situazione, possa essere utile. Questo aspetto è fondamentale per noi operatori ma anche per il paziente per potere affrontare l’esame al meglio. Capita a volte che qualcuno arrivi da noi avendo già svolto indagini di Risonanza e che voglia integrare lo studio, effettuando l’esame in ortostatimo ed in dinamica per ricevere maggiori e molto sesso più dettagliare informazioni diagnostiche».
In relazione a quanto sopra esposto, è stata istituita una scuola nazionale per medici e tecnici di radiologia al fine di divulgare ed istruire i professionisti ad utilizzare tale metodica.
In associazione all’impiego della risonanza magnetica dinamica ed ortostatica, abbiamo messo a punto l’utilizzo di sonde ecografiche wireless, che mediante appositi device consentono di effettuare esami durante la deambulazione del paziente.